mercoledì 17 giugno 2009

Sportello antimolestie previsto dalla L. 38/09

La nuova legge del 23 aprile 2009,n.38 disciplina il reato di stalking che introduce nel codice penale l'articolo 612-bis, dal titolo "atti persecutori",la quale al primo comma recita: "Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato d'ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita".
A due mesi dall'entrata in vigore della nuova legge che disciplina il reato di stalking si raccolgono i primi risultati grazie al contributo di sportelli ad hoc istituiti sul territorio nazionale allo sopo di prestare ascolto e sostegno per chi non sa come uscire da situazioni di offesa o di sopruso.
Significativa a riguardo è la la testimonianza della Professoressa Anna Baldry Responsabile dello Sportello anti stalking nel quartiere romano del Trullo : "Noi aiutiamo le donne perseguitate, vittime di violenze psicologica ancor prima che fisica ad evitare il rischio di escalation di violenza", la quale continua: "Analizzando centinaia di omicidi, abbiamo constato che nel 70% dei casi c'erano stati precedenti di di violenza e di persecuzioni".
Da tale analisi viene fuori un identikit dello stalker come una persona priva della maturità che gli consenta di tollerare l'abbandono tale che reagisce generando paura e ansia nella vittima.
Di pari passo all'iniziativa dello sportello anti-stalking ve ne sono altre degne di nota come gli sportelli anti-molestie che si consumano sul luogo di lavoro ed in ambito universitario istituiti presso i locali dei comitati della Pari Opportunità.
La creazione di tali sportelli nasce da un progetto finanziato dal Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del consiglio che ha come capofila l'Università di cosenza e coinvolge vari partner della rete locale antiviolenza: comuni,azienda ospedaliera, Centro , nonchè diverse associazioni che operano contro la discriminazione di genere e di razza.
Tale progetto muove dall'esigenza di prestare attenzione a quei comportamenti insistenti che sfociano in molestie che come qualsiasi atto discriminatorio o lesivo della dignità della persona,limitano o pregiudicano il suo percorso di formazione oppure innescano meccanismi di emarginazione sia psicologica sia lavorativa.
Spesso, sostiene la docente Mocchi, le molestie mettono a dura prova l'autostima di chi le subisce: sia nelle relazioni professionali che in quelle educative, queste forme di violenza si trasformano in plagio o in vessazioni morali.
Dott.ssa Daniela Cairo

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